"I dinosauri erano bestioni lenti, grossi e stupidi" ---> FALSO !
Bentornati su questo blog ! Inizia una nuova serie di post, ispirata dal tema, oggi molto dibattuto, delle FAKE NEWS.
Non parlerò di politica, di economia, di terrorismo, di social network, di Medio Oriente. Non è il mio campo, e anche se sto cercando di farmi una cultura in materia non ne so ancora abbastanza per proporre un'opinione seria e supportata da dati scientifici.
Parlerò invece di ciò che conosco da sempre, di quello che è il mio vero mestiere :
la Storia, con la S maiuscola.
Come avrete capito dal titolo e dalla frase in cima, partiamo in realtà dalla Preistoria. Perché anche quel tempo lontano, che apparentemente non ha nulla a che fare con il mondo di oggi, può insegnarci qualcosa.
I dinosauri piacciono a tutti i bambini (e anche a molti adulti, me compreso). L'immagine che ne abbiamo oggi è naturalmente molto diversa rispetto alle prime scoperte di fossili, avvenute nell'Ottocento. Ricostruire l'evoluzione delle idee sui dinosauri è una scoperta nella scoperta, una storia della preistoria.
Ma al grande pubblico quanto arriva di tutto questo ? E in che forma ?
Il primo film della saga di Jurassic Park - quello mitico - uscì nell'anno 1993. Ed era ancora in buona parte figlio di un'idea dei dinosauri oggi quasi del tutto superata. Fu comunque un ottimo prodotto, che si avvalse della consulenza di veri e stimati paleontologi.
Le successive pellicole della saga hanno mantenuto la stessa immagine dei dinosauri, in particolare dei celeberrimi Velociraptor. Qui però la colpa non è dei registi o dei produttori. Si tratta, molto semplicemente, di continuità narrativa: mostrare un Velociraptor diverso da quello del primo film avrebbe creato dei problemi a livello di storia (o, come si dice oggi, di storytelling), complicando inutilmente la sceneggiatura di quelli che sono, e altro non vogliono essere, che degli onestissimi film di intrattenimento. E naturalmente entrano in gioco anche fattori economici: è infatti necessario mantenere la riconoscibilità del brand.
Il film diede comunque l'avvio a un rinnovato interesse per i dinosauri, che portò a nuovi studi e nuove campagne di ricerca. I paleontologi, smessi i panni polverosi degli accademici, divennero più cool. Al loro fianco salirono alla ribalta anche i cosiddetti PALEO - ARTISTI, ovvero i disegnatori e gli illustratori dei libri sui dinosauri destinati al grande pubblico.
Iniziò così quello che oggi è a volte definito "il Rinascimento dei dinosauri".
Ma c'è un problema. Ed è capire se e come questi nuovi dati scientifici, solidamente verificati e oggi condivisi dalla quasi totalità degli studiosi, vengono divulgati e accolti nella conoscenza comune.
Prendiamo ad esempio un'immagine classica: il Triceratops contro il T-Rex, le lunghe corna dell'erbivoro corazzato contro l'enorme bocca irta di denti del grande carnivoro.
Di solito si pensa che il Triceratops avrebbe potuto facilmente difendersi, e che almeno in qualche caso avrebbe vinto il confronto, sbudellando il T-rex e squarciandogli la pancia.
Ma gli studi sulle ossa del Triceratops e degli altri dinosauri cornuti hanno dimostrato che le corna erano troppo fragili per reggere ad un simile impatto. In altre parole, se il Triceratops avesse cercato di incornare il T-Rex le sue corna si sarebbero spezzate, lasciandolo del tutto indifeso.
Il confronto con gli animali odierni, che si sono evoluti occupando gli ambienti e assumendo gli stili di vita che erano stati dei dinosauri, ha portato a capire che, con ogni probabilità, le corna avessero più che altro un ruolo nelle lotte all'interno del branco, per il predominio di un maschio dominante e il suo diritto ad accoppiarsi con le femmine: esattamente come fanno oggi i cervi. Costituivano un apparato molto scenografico, un po' come la ruota del pavone, ma di poca utilità pratica.
Questo piccolo esempio mostra la tendenza, necessaria ma non per questo corretta, a mantenere in vita certe immagini per conservare l'attenzione del pubblico. Necessaria perché anche i paleontologi, come tutti gli studiosi, hanno un bisogno continuo e pressante di finanziamenti: e l'unico modo per ottenere i soldi è fare degli annunci roboanti, che almeno per qualche tempo attraggano gli sguardi di tutti sul loro lavoro.
Quando venne studiato con attenzione lo Spinosaurus - il carnivoro protagonista del terzo film della saga di Jurassic Park, caratterizzato dal lungo muso da coccodrillo e dalla vela sulla schiena - ci si affrettò a presentarlo al pubblico come "più grande del T-Rex !" : e anche nel film lo si mostra mentre sconfigge, con estrema facilità tra l'altro, il "re dei dinosauri".
Ma, in questo come in altri casi, i dati sono falsati. O meglio, vengono divulgati solo quelli che possono risultare sensazionali (e comprensibili al più vasto pubblico possibile): tutto per evitare la noia.
Lo Spinosaurus era effettivamente più grande del T-Rex, ma solo in lunghezza, e solo di uno o due metri al massimo. La sua struttura fisica era molto più snella e leggera, le sue mascelle molto più deboli, perché adatte - secondo gli studiosi - ad afferrare i pesci dei fiumi africani dove viveva, non certo a strappare enormi tranci di carne dalla schiena di indifesi erbivori. E' probabile che si nutrisse anche di carogne - il muso lungo era adattissimo per frugare in una carcassa - ed è verosimile che quando incontrava un altro carnivoro - nell'Africa dei dinosauri ce n'erano parecchi, molti dei quali grandi e feroci come il T-Rex - fuggisse a zampe levate, perché in un confronto avrebbe avuto la peggio.
Siamo quindi, nei due casi citati come in altri, di fronte ad un problema di "verità parziale", la cui diffusione sbagliata, spesso volutamente (anche se come abbiamo visto per motivi che possono essere condivisibili) porta alla nascita di vere e proprie "bufale" (o fake news, se preferite).
Nella prossima puntata parleremo ancora di dinosauri, concentrandoci sul tema che da sempre attira l'attenzione di tutti: la loro estinzione.
Saluti dal Mesozoico !
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