martedì 30 gennaio 2018
HISTORY FAKE NEWS 3.1 - L'EVOLUZIONE DELL'UOMO (parte prima)
"La nostra specie si è evoluta secondo una linea dritta di progresso" -----> FALSO !
Tutti ricordiamo la successione studiata a scuola relativa all'evoluzione della specie umana :
1) Australopiteco, il primo a camminare eretto (la famosa Lucy)
2) Homo Habilis, il primo a usare utensili
3) Homo Erectus, il primo a usare il fuoco
4) Uomo di Neandertal, brutto e stupido che abitava nelle caverne dell'Era Glaciale
5) Homo Sapiens Sapiens, l'essere umano moderno
Facile, no ?
Ma è (anche, ancora) vero ?
No. Non più. Non solo.
La visione classica dell'evoluzione umana è quella di un albero, di un tronco diritto che, a parte qualche piccolo ramo presto seccatosi (alcune specie di Australopiteco e l'Uomo di Neandertal), conduce con una marcia trionfale - sottolineata dall'aumento di dimensioni del cervello - dai primi ominidi a noi, esseri umani moderni.
E sappiamo anche - o meglio, crediamo di sapere - che la nostra specie si è evoluta in Africa, nella famosa Rift Valley, un lungo e profondo canyon che taglia come uno squarcio la parte orientale del Continente Nero.
Questo è quello che hanno insegnato a noi, e che ancora si ritrova sui libri di scuola scritti per i bambini e i ragazzi di oggi.
Ma consideriamo un momento da dove ci vengono queste informazioni.
La risposta è, qui sì, molto semplice : dai fossili.
Come per i dinosauri, anche per la ricostruzione dei nostri lontanissimi progenitori ci dobbiamo affidare ai fossili.
Ma che cos'è un fossile ?
E' un organismo vivente (animale o vegetale) che una volta morto diventa pietra.
Perché questo accada sono necessarie condizioni molto particolari :
1) l'organismo, appena morto, deve essere subito ricoperto o nascosto da qualcosa, affinché i suoi resti non siano dispersi dagli animali spazzini e non subiscano l'azione degli agenti atmosferici
2) deve trovarsi in un terreno le cui caratteristiche chimiche permettano la trasformazione in pietra delle sue parti dure (le uniche che rimangono dopo la decomposizione).
Come è facile immaginare, è molto raro che queste condizioni si verifichino contemporaneamente.
I fossili che conosciamo sono infatti pochissimi, infinitesimali rispetto all'enorme numero di organismi vissuti nel corso della storia della Terra (dai primi pesci alle piante, dai dinosauri agli ominidi).
Per avere un'idea, facciamo il seguente esempio :
immaginiamo che tra un milione di anni non esista più alcuna stesura completa, né cartacea né digitale, della Divina Commedia ;
uno studioso del futuro ritrova, su un supporto vecchissimo e molto rovinato, che in qualche modo riesce a decifrare, alcuni versi :
Nel mezzo del cammin di nostra vita (l'inizio, ma lui non lo sa)
lasciate ogni speranza voi che entrate (l'ultimo verso dell'iscrizione sulla Porta dell'Inferno)
galeotto fu il libro e chi lo scrisse (tratto dall'episodio di Paolo e Francesca)
l' amor che muove il sole e le altre stelle (l'ultimissimo verso dell'intera opera, alla fine del Paradiso).
Come potrebbe, il nostro studioso del lontano futuro, avere un'idea chiara e precisa di cosa è stata La Divina Commedia avendo a disposizione solo ed unicamente questi quattro versi ?
Forse penserebbe ad una breve poesiola, una filastrocca, una ninna-nanna.
Forse li interpreterebbe come aforismi di un saggio filosofo da lungo tempo dimenticato.
Forse crederebbe che siano tratti da un testo giuridico, magari una sentenza emessa da qualche tribunale che poi è diventata legge.
Noi, di fronte ai fossili, siamo esattamente nelle stesse condizioni di questo studioso.
Per comprendere con precisione la natura di ciò che ci accingiamo a studiare avremmo bisogno di molti più dati, per evitare di prendere gigantesche cantonate.
Per quanto riguarda l'evoluzione dell'uomo oggi abbiamo capito, nonostante le limitazioni di cui sopra, che la storia delle nostre origini è molto più complessa.
Nella prossima puntata mostreremo come sia ormai necessario abbandonare per sempre l'idea dell'albero.
Saluti dal passato ! E dal futuro !
domenica 28 gennaio 2018
HISTORY FAKE NEWS 2 - L'ESTINZIONE DEI DINOSAURI
"I dinosauri si estinsero a causa della caduta di un asteroide" ----> PARZIALMENTE FALSO
Eccoci alla seconda puntata della nostra serie dedicata alla fake news nella Storia. Torniamo a parlare dei grandi rettili del Mesozoico, e del "mistero" più affascinante che li riguarda: la loro estinzione.
65 milioni di anni fa cadde effettivamente un asteroide sul nostro pianeta, un asteroide bello grosso. E qualunque bambino appassionato di dinosauri saprebbe dirvi esattamente dove cadde: nella penisola dello Yucatan, in Messico.
All'epoca, ovvero la fine del periodo Cretaceo, i continenti erano già più o meno nella posizione attuale, ma il profilo delle coste era leggermente diverso: oggi infatti le tracce del cratere lasciato dall'impatto si possono vedere per metà sulla terraferma e per metà in mare.
L'ipotesi dell'asteroide venne in realtà formulata prima che si trovassero le tracce del cratere, e fu tutt'altro che campata in aria. Si basava infatti su precise analisi geologiche di rocce risalenti alla fine del Cretaceo, in diverse parti del mondo (tra cui anche in Italia, a Gubbio). Passarono ben dieci anni tra la formulazione di questa teoria e la scoperta effettiva del cratere, ma infine si ebbe la conferma.
Tutto risolto ? No, per niente.
Quella dei dinosauri fu infatti non la prima, bensì la QUINTA grande estinzione di massa sul nostro pianeta (ed oggi si comincia a parlare della sesta, causata - oh, che sorpresa ! - dall'uomo).
Insieme ai dinosauri scomparve il 75% delle specie animali, sulla terra, nei mari e nei cieli.
Tutti gli animali di taglia superiore a quella di un cane sparirono. Non da un giorno all'altro, si capisce, ma abbastanza velocemente se si considerano come scala i tempi geologici.
La caduta dell'asteroide non avrebbe potuto, da sola, provocare una simile strage.
Se l'asteroide fosse l'unico imputato, avrebbe certamente portato all'estinzione dei dinosauri, che vivevano sulla terraferma, e forse anche dei rettili volanti (pterosauri, pteranodonti e loro parenti).
Ma avrebbe risparmiato - fatti salvi i devastanti tsunami seguiti all'impatto, che effettivamente ci furono - gli organismi marini. E quindi forse oggi vedremmo nuotare negli oceani i Plesiosauri, i Mosasauri, gli Ittiosauri, oltre alle numerosissime specie di Ammoniti, i molluschi con i tentacoli dalla caratteristica conchiglia a spirale (oggi ne sopravvive solo una, chiamata Nautilus, considerata estinta come le altre e riscoperta solo nell'Ottocento: un vero e proprio fossile vivente. E non è il solo.).
Come per altri eventi - si pensi, ad esempio, alla caduta dell'Impero Romano, o all'attuale crisi economica mondiale iniziata nel 2008 - non bisogna mai accontentarsi di una sola spiegazione o causa, ma considerarne molte insieme, che hanno agito contemporaneamente provocando lo sconquasso che si sta cercando di spiegare.
Nel caso dell'estinzione dei dinosauri, così come per le altre quattro avvenute in precedenza, questa somma di fattori ha un nome che oggi conosciamo molto bene :
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Sotto questa definizione trovano posto : eruzioni vulcaniche, mutamento delle correnti marine, diversa concentrazione dei gas nell'atmosfera, diffusione di nuove piante, variazioni di temperatura e chi più ne ha più ne metta.
Tutte cause che si influenzano a vicenda e si combinano moltiplicando i loro effetti.
Il cambiamento climatico c'è quindi sempre stato. Nel corso di milioni di anni ha plasmato e modellato la Terra così come la conosciamo.
Oggi i suoi effetti sono - e su questo non ci sono e non devono esistere dubbi - accelerati e peggiorati dall'intervento dell'uomo. Che quindi ha la sua parte - gravissima - di responsabilità. Ma non l'ha provocato lui, e soprattutto non ha la minima possibilità di difendersi, né con la tecnologia né se per miracolo iniziasse a vivere di punto in bianco a impatto zero.
I dinosauri erano perfettamente adattati al loro ambiente. Così ben adattati che, dopo milioni di anni, non sono più stati in grado di cambiare di nuovo, per rispondere alle mutate condizioni ambientali.
L'asteroide ha quindi semplicemente dato il colpo di grazia a una situazione di crisi irreversibile già in atto.
Se non fosse caduto, i dinosauri si sarebbero estinti lo stesso.
Come già abbiamo fatto la scorsa puntata, notiamo un problema di comunicazione nel passaggio dai dati scientifici noti agli specialisti alla conoscenza comune disponibile per il grande pubblico.
A scanso di equivoci, precisiamo che NON C'E' ALCUN COMPLOTTO degli scienziati per tenere segreti certi dati, né si vuole mantenere la gente nell'ignoranza per chissà quali fini (che poi sarebbero sempre i soliti : soldi e potere).
Manca, semplicemente, una buona divulgazione.
E le fake news si nascondono, da sempre, nella limitata diffusione della conoscenza.
E, se manca la conoscenza, mancano anche gli strumenti mentali per distinguere - nell'enorme massa di informazioni oggi disponibili - il vero dal falso.
Saluti dal Cretaceo !
sabato 27 gennaio 2018
HISTORY FAKE NEWS 1 - I DINOSAURI
"I dinosauri erano bestioni lenti, grossi e stupidi" ---> FALSO !
Bentornati su questo blog ! Inizia una nuova serie di post, ispirata dal tema, oggi molto dibattuto, delle FAKE NEWS.
Non parlerò di politica, di economia, di terrorismo, di social network, di Medio Oriente. Non è il mio campo, e anche se sto cercando di farmi una cultura in materia non ne so ancora abbastanza per proporre un'opinione seria e supportata da dati scientifici.
Parlerò invece di ciò che conosco da sempre, di quello che è il mio vero mestiere :
la Storia, con la S maiuscola.
Come avrete capito dal titolo e dalla frase in cima, partiamo in realtà dalla Preistoria. Perché anche quel tempo lontano, che apparentemente non ha nulla a che fare con il mondo di oggi, può insegnarci qualcosa.
I dinosauri piacciono a tutti i bambini (e anche a molti adulti, me compreso). L'immagine che ne abbiamo oggi è naturalmente molto diversa rispetto alle prime scoperte di fossili, avvenute nell'Ottocento. Ricostruire l'evoluzione delle idee sui dinosauri è una scoperta nella scoperta, una storia della preistoria.
Ma al grande pubblico quanto arriva di tutto questo ? E in che forma ?
Il primo film della saga di Jurassic Park - quello mitico - uscì nell'anno 1993. Ed era ancora in buona parte figlio di un'idea dei dinosauri oggi quasi del tutto superata. Fu comunque un ottimo prodotto, che si avvalse della consulenza di veri e stimati paleontologi.
Le successive pellicole della saga hanno mantenuto la stessa immagine dei dinosauri, in particolare dei celeberrimi Velociraptor. Qui però la colpa non è dei registi o dei produttori. Si tratta, molto semplicemente, di continuità narrativa: mostrare un Velociraptor diverso da quello del primo film avrebbe creato dei problemi a livello di storia (o, come si dice oggi, di storytelling), complicando inutilmente la sceneggiatura di quelli che sono, e altro non vogliono essere, che degli onestissimi film di intrattenimento. E naturalmente entrano in gioco anche fattori economici: è infatti necessario mantenere la riconoscibilità del brand.
Il film diede comunque l'avvio a un rinnovato interesse per i dinosauri, che portò a nuovi studi e nuove campagne di ricerca. I paleontologi, smessi i panni polverosi degli accademici, divennero più cool. Al loro fianco salirono alla ribalta anche i cosiddetti PALEO - ARTISTI, ovvero i disegnatori e gli illustratori dei libri sui dinosauri destinati al grande pubblico.
Iniziò così quello che oggi è a volte definito "il Rinascimento dei dinosauri".
Ma c'è un problema. Ed è capire se e come questi nuovi dati scientifici, solidamente verificati e oggi condivisi dalla quasi totalità degli studiosi, vengono divulgati e accolti nella conoscenza comune.
Prendiamo ad esempio un'immagine classica: il Triceratops contro il T-Rex, le lunghe corna dell'erbivoro corazzato contro l'enorme bocca irta di denti del grande carnivoro.
Di solito si pensa che il Triceratops avrebbe potuto facilmente difendersi, e che almeno in qualche caso avrebbe vinto il confronto, sbudellando il T-rex e squarciandogli la pancia.
Ma gli studi sulle ossa del Triceratops e degli altri dinosauri cornuti hanno dimostrato che le corna erano troppo fragili per reggere ad un simile impatto. In altre parole, se il Triceratops avesse cercato di incornare il T-Rex le sue corna si sarebbero spezzate, lasciandolo del tutto indifeso.
Il confronto con gli animali odierni, che si sono evoluti occupando gli ambienti e assumendo gli stili di vita che erano stati dei dinosauri, ha portato a capire che, con ogni probabilità, le corna avessero più che altro un ruolo nelle lotte all'interno del branco, per il predominio di un maschio dominante e il suo diritto ad accoppiarsi con le femmine: esattamente come fanno oggi i cervi. Costituivano un apparato molto scenografico, un po' come la ruota del pavone, ma di poca utilità pratica.
Questo piccolo esempio mostra la tendenza, necessaria ma non per questo corretta, a mantenere in vita certe immagini per conservare l'attenzione del pubblico. Necessaria perché anche i paleontologi, come tutti gli studiosi, hanno un bisogno continuo e pressante di finanziamenti: e l'unico modo per ottenere i soldi è fare degli annunci roboanti, che almeno per qualche tempo attraggano gli sguardi di tutti sul loro lavoro.
Quando venne studiato con attenzione lo Spinosaurus - il carnivoro protagonista del terzo film della saga di Jurassic Park, caratterizzato dal lungo muso da coccodrillo e dalla vela sulla schiena - ci si affrettò a presentarlo al pubblico come "più grande del T-Rex !" : e anche nel film lo si mostra mentre sconfigge, con estrema facilità tra l'altro, il "re dei dinosauri".
Ma, in questo come in altri casi, i dati sono falsati. O meglio, vengono divulgati solo quelli che possono risultare sensazionali (e comprensibili al più vasto pubblico possibile): tutto per evitare la noia.
Lo Spinosaurus era effettivamente più grande del T-Rex, ma solo in lunghezza, e solo di uno o due metri al massimo. La sua struttura fisica era molto più snella e leggera, le sue mascelle molto più deboli, perché adatte - secondo gli studiosi - ad afferrare i pesci dei fiumi africani dove viveva, non certo a strappare enormi tranci di carne dalla schiena di indifesi erbivori. E' probabile che si nutrisse anche di carogne - il muso lungo era adattissimo per frugare in una carcassa - ed è verosimile che quando incontrava un altro carnivoro - nell'Africa dei dinosauri ce n'erano parecchi, molti dei quali grandi e feroci come il T-Rex - fuggisse a zampe levate, perché in un confronto avrebbe avuto la peggio.
Siamo quindi, nei due casi citati come in altri, di fronte ad un problema di "verità parziale", la cui diffusione sbagliata, spesso volutamente (anche se come abbiamo visto per motivi che possono essere condivisibili) porta alla nascita di vere e proprie "bufale" (o fake news, se preferite).
Nella prossima puntata parleremo ancora di dinosauri, concentrandoci sul tema che da sempre attira l'attenzione di tutti: la loro estinzione.
Saluti dal Mesozoico !
Bentornati su questo blog ! Inizia una nuova serie di post, ispirata dal tema, oggi molto dibattuto, delle FAKE NEWS.
Non parlerò di politica, di economia, di terrorismo, di social network, di Medio Oriente. Non è il mio campo, e anche se sto cercando di farmi una cultura in materia non ne so ancora abbastanza per proporre un'opinione seria e supportata da dati scientifici.
Parlerò invece di ciò che conosco da sempre, di quello che è il mio vero mestiere :
la Storia, con la S maiuscola.
Come avrete capito dal titolo e dalla frase in cima, partiamo in realtà dalla Preistoria. Perché anche quel tempo lontano, che apparentemente non ha nulla a che fare con il mondo di oggi, può insegnarci qualcosa.
I dinosauri piacciono a tutti i bambini (e anche a molti adulti, me compreso). L'immagine che ne abbiamo oggi è naturalmente molto diversa rispetto alle prime scoperte di fossili, avvenute nell'Ottocento. Ricostruire l'evoluzione delle idee sui dinosauri è una scoperta nella scoperta, una storia della preistoria.
Ma al grande pubblico quanto arriva di tutto questo ? E in che forma ?
Il primo film della saga di Jurassic Park - quello mitico - uscì nell'anno 1993. Ed era ancora in buona parte figlio di un'idea dei dinosauri oggi quasi del tutto superata. Fu comunque un ottimo prodotto, che si avvalse della consulenza di veri e stimati paleontologi.
Le successive pellicole della saga hanno mantenuto la stessa immagine dei dinosauri, in particolare dei celeberrimi Velociraptor. Qui però la colpa non è dei registi o dei produttori. Si tratta, molto semplicemente, di continuità narrativa: mostrare un Velociraptor diverso da quello del primo film avrebbe creato dei problemi a livello di storia (o, come si dice oggi, di storytelling), complicando inutilmente la sceneggiatura di quelli che sono, e altro non vogliono essere, che degli onestissimi film di intrattenimento. E naturalmente entrano in gioco anche fattori economici: è infatti necessario mantenere la riconoscibilità del brand.
Il film diede comunque l'avvio a un rinnovato interesse per i dinosauri, che portò a nuovi studi e nuove campagne di ricerca. I paleontologi, smessi i panni polverosi degli accademici, divennero più cool. Al loro fianco salirono alla ribalta anche i cosiddetti PALEO - ARTISTI, ovvero i disegnatori e gli illustratori dei libri sui dinosauri destinati al grande pubblico.
Iniziò così quello che oggi è a volte definito "il Rinascimento dei dinosauri".
Ma c'è un problema. Ed è capire se e come questi nuovi dati scientifici, solidamente verificati e oggi condivisi dalla quasi totalità degli studiosi, vengono divulgati e accolti nella conoscenza comune.
Prendiamo ad esempio un'immagine classica: il Triceratops contro il T-Rex, le lunghe corna dell'erbivoro corazzato contro l'enorme bocca irta di denti del grande carnivoro.
Di solito si pensa che il Triceratops avrebbe potuto facilmente difendersi, e che almeno in qualche caso avrebbe vinto il confronto, sbudellando il T-rex e squarciandogli la pancia.
Ma gli studi sulle ossa del Triceratops e degli altri dinosauri cornuti hanno dimostrato che le corna erano troppo fragili per reggere ad un simile impatto. In altre parole, se il Triceratops avesse cercato di incornare il T-Rex le sue corna si sarebbero spezzate, lasciandolo del tutto indifeso.
Il confronto con gli animali odierni, che si sono evoluti occupando gli ambienti e assumendo gli stili di vita che erano stati dei dinosauri, ha portato a capire che, con ogni probabilità, le corna avessero più che altro un ruolo nelle lotte all'interno del branco, per il predominio di un maschio dominante e il suo diritto ad accoppiarsi con le femmine: esattamente come fanno oggi i cervi. Costituivano un apparato molto scenografico, un po' come la ruota del pavone, ma di poca utilità pratica.
Questo piccolo esempio mostra la tendenza, necessaria ma non per questo corretta, a mantenere in vita certe immagini per conservare l'attenzione del pubblico. Necessaria perché anche i paleontologi, come tutti gli studiosi, hanno un bisogno continuo e pressante di finanziamenti: e l'unico modo per ottenere i soldi è fare degli annunci roboanti, che almeno per qualche tempo attraggano gli sguardi di tutti sul loro lavoro.
Quando venne studiato con attenzione lo Spinosaurus - il carnivoro protagonista del terzo film della saga di Jurassic Park, caratterizzato dal lungo muso da coccodrillo e dalla vela sulla schiena - ci si affrettò a presentarlo al pubblico come "più grande del T-Rex !" : e anche nel film lo si mostra mentre sconfigge, con estrema facilità tra l'altro, il "re dei dinosauri".
Ma, in questo come in altri casi, i dati sono falsati. O meglio, vengono divulgati solo quelli che possono risultare sensazionali (e comprensibili al più vasto pubblico possibile): tutto per evitare la noia.
Lo Spinosaurus era effettivamente più grande del T-Rex, ma solo in lunghezza, e solo di uno o due metri al massimo. La sua struttura fisica era molto più snella e leggera, le sue mascelle molto più deboli, perché adatte - secondo gli studiosi - ad afferrare i pesci dei fiumi africani dove viveva, non certo a strappare enormi tranci di carne dalla schiena di indifesi erbivori. E' probabile che si nutrisse anche di carogne - il muso lungo era adattissimo per frugare in una carcassa - ed è verosimile che quando incontrava un altro carnivoro - nell'Africa dei dinosauri ce n'erano parecchi, molti dei quali grandi e feroci come il T-Rex - fuggisse a zampe levate, perché in un confronto avrebbe avuto la peggio.
Siamo quindi, nei due casi citati come in altri, di fronte ad un problema di "verità parziale", la cui diffusione sbagliata, spesso volutamente (anche se come abbiamo visto per motivi che possono essere condivisibili) porta alla nascita di vere e proprie "bufale" (o fake news, se preferite).
Nella prossima puntata parleremo ancora di dinosauri, concentrandoci sul tema che da sempre attira l'attenzione di tutti: la loro estinzione.
Saluti dal Mesozoico !
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